Come scegliere un centro di recupero dati RAID

Una disavventura nota nel recupero dati RAID e nel recupero dati in generale, quella del Sig. Marco (che si è firmato solo alla fine della sua lettera su Fatto e Bloggato, e quindi anonimo non è).

“L’apparenza inganna (molto di più sul web)” e la tragica esperienza del Sig. Marco è un ottimo esempio da cui cogliere spunto.

Sarebbe troppo facile scrivere che per il recupero dati RAID se si fosse rivolto a noi, non avrebbe avuto sorprese, invece come responsabile tecnico che parla al telefono con TUTTI i clienti e sente tante esperienze come quella della testimonianza, cercherò di aiutare il prossimo a fare un’attenta valutazione.

Non affidarsi all'apparenza

Il PRIMO ERRORE apparente che ha fatto il Sig. Marco è di essersi affidato all’apparenza dell’apparenza: le pubblicità in cima ai risultati di google o le pubblicità web in genere.
Purtroppo in quelle pubblicità appare chi paga per risultare visibile, ovvio, ma è una medaglia che come tutte… ha due facce: la prima è quella ideale, un’azienda che investe anche in pubblicità, l’altra, che chiunque paghi, può apparire in quei risultati. Si tenga altresì presente che chi paga per apparire in quei risultati, può essere costretto a farlo poiché il suo sito non ha NESSUNA visibilità, il che significa, che è un sito che non ha storia… come potrebbe non averne chi fa quella pubblicità.

Quest’ultimo aspetto è quello su cui si dovrebbe riflettere. Facendo questa riflessione, si vorrà anche tenere presente che nello specifico di google, una pubblicità per il recupero dati cooooooosta (oggi come oggi circa 5 euro a click) e quel conto… lo dovranno pagare i clienti, un tot a disco.

Per non incorrere nel PRIMO ERRORE, bisognerebbe leggere quanto sta scritto nei siti dei risultati veri e propri della ricerca sul motore di ricerca. Visitare a almeno tre o quattro siti e cominciare a valutare la comunicazione: c’è chiarezza o vaghezza? Il servizio e le modalità del rapporto sono scritte chiaramente o partiamo già col piede sbagliato?

Parlando di recupero dati, sui siti web delle (altre) aziende che erogano questi servizi si può leggere molto, ma quella della “non chiarezza”, pare poter essere definita la vera piaga di questo settore.

Intanto una regola generale del Recupero Dati RAID 1) non scritta, o 2) scritta in un * (asterisco) o 3) scritta con caratteri da lente d’ingrandimento: nel recupero dati RAID i prezzi (purtroppo vaghi e o indicativi) sono espressi a disco ed il numero di dischi è inteso quello originalmente componente lo storage (esempio SAN EMC Clariion di 15 HDD con 1 hdd rotto e IRRECUPERABILE e 2 malfunzionanti, a recupero dati avvenuto verrà conteggiata come tariffa per 15 e non per 14 o meno)

Il primo problema è quello della NON specializzazione. Avete provato a cercare un generico “recupero dati hard disk” sui motori di ricerca? Pare che oggi giorno, ci siano più aziende di recupero dati che panifici… Tanti sono negozi di PC, laboratori di riparazione computer, ditte di informatica, che mettono sul proprio sito o ne fanno uno apposito, il servizio di recupero dati (creando danni a 360°, ma questo è un’altro dibattito)

Senza contare gli “articoli finti” (pubblicitari) che certe ditte si fanno scrivere a pagamento su portali autoritari (un esempio di sponsorizzazione permanente è il blasonato Tom’s Hardware che ricordo al lettore essere un magazine del gruppo editoriale L’Espresso e che quindi deve fare budget) o peggio ancora “reportage” o “inchieste” sponsorizzate in incognito dove lo sponsor è uno dei soggetti oggetto degli/delle stessi/e.

Chiedere sempre un listino

Evitiamo il SECONDO ERRORE

Un vecchio detto dice “l’apparenza inganna” e questo… ccci si sa, ma un’altro più antico dice “verba volant, scripta manent”. Il secondo ANNIENTA il primo e mi riferisco alla fase iniziale di un rapporto con una ditta di recupero dati. Premesso che dopo aver individuato tre o quattro siti, sarebbe bene interpellare effettivamente quelle tre o quattro aziende e sentire “come parlano” (al telefono), una volta che si è fatta la scelta, si riceverà la documentazione da stampare e compilare con annesse istruzioni per la spedizione.

Vi sembra tutto a posto?

Si?

Ok proseguiamo…

Ci siete cascati: manca una parola fondamentale “Listino”!! Sarà bene che oltre ad una generica documentazione ci sia almeno una bozza di listino, sul quale ragionare e ove non fosse chiaro, telefonare di ritorno per chiedere chiarimenti. Ci sono costi extra? Se il RAID ha dischi guasti, cosa costa il recupero dei singoli dischi? Ci sono macchine virtuali: cosa costa il recupero delle macchine virtuali? Ci sono volumi iSCSI o fibrechannel: cosa costa il recupero di tali volumi? Il sistema è citrix, vmware, linux, unix: costa di più?

Per evitare il SECONDO ERRORE, la regola generale potrebbe essere di accogliere scetticamente una documentazione “non documentazione”, ovvero composta da uno striminzito foglietto. Ora non intendo che per forza debba essere come la nostra composta di 4 PDF con 2 o tre pagine ciascuno, ma visto che è un rapporto a distanza e quando i dischi saranno spediti, come quelli del Sig. Marco, poi saranno “la”… è meglio prevenire che curare.

Controllare referenze e recensioni

Questo più che un’errore è una buona pratica o più che altro un suggerimento, che è difficile concretizzare.

Controllare le referenze e recensioni.

Per le referenze, il controllo ha dei limiti ovvi. Primo, non tutti i clienti dedicano tempo a scrivere una lettere di referenza (le email sono troppo facili da taroccare, serve lettera e possibilmente timbro) e la lettera in se per se è desueta. Le referenze diventano quindi oltre alle lettere, le lettere di incarico (la suddetta documentazione che abbiamo ricevuto da questo o quel cliente assieme all’oggetto del recupero dati) e in fine le fatture emesse.

Noi in sede per chi vuole le referenze, mettiamo a disposizione tutti quei documenti. Ad esempio, un conto è dire “Abbiamo recuperato un RAID del Consiglio di Stato, uno del CNR, di quella università, di quell’altra, di quella USL o di quell’altra” etc etc, un conto è avere i documenti (e li abbiamo) che testimoniano che quel RAID è arrivato davvero e che poi è stato fatturato. Comunque, durante il primo colloquio telefonico, facendo la domanda giusta al momento giusto a bruciapelo, ci si riesce a fare un’idea.

LE RECENSIONI su internet. Quelle scritte su piattaforme pubbliche non manipolabili dal diretto interessato, sono utili. Ad esempio noi ci siamo esposti pubblicamente su google places, il che significa che possiamo solo rispondere ai feedback/commenti/recensioni ma non possiamo cancellarle. La scelta di google places ha un solo limite: possono scrivere un commento solo coloro i quali hanno un’account google valido.

Un suggerimento

Per concludere, UN SUGGERIMENTO

Richiedere un “Preventivo di massima” SCRITTO.
Per la serie, certificatemi che NON spenderò più di così. Meglio ancora, farsi scrivere un’offerta vera e propria che certifichi il prezzo fin da subito. Con il nostro Servizio di recupero dati RAID, il preventivo non esiste o meglio è superfluo, infatti grazie al nostro listino a tariffe fisse (o flat se preferite), il cliente determinerà da se in maniera certa fin da subito il compenso che eventualmente dovrà riconoscerci e scoprirà che il listino stesso è uno dei documenti che dovrà stampare, compilare e di cui tenersi copia: verba volant…

Cordialità

Roberto Gini
Technical Manager
RAID Reconstruction Specialist
www.RecuperoDatiRAIDFAsTec.it